I Cio e le sfide tecnologiche del 2015. L’obiettivo: trasformare le aziende nel segno del digitale

Nel 2014 la spesa in tecnologie delle imprese italiane è stata, mediamente, pari al 2,1% del fatturato. Una percentuale in calo rispetto al 2013 (in cui la media era del 2,5%) ed alle stime di inizio anno.

Per il 2015 si prevede un’ulteriore riduzione, nell’ordine del 2% e trainata dai tagli che si apprestano a compiere le grandi imprese, dei budget destinati ad hardware, software e servizi Ict Numeri che, purtroppo, confermano l’Italia tra i fanalini di coda nell’ambito dei Paesi industrializzati per quanto riguarda gli investimenti in nuove tecnologie.

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Il quadro di sintesi di cui sopra emerge dalla Survey Cio 2014 realizzata dalla Digital Innovation Academy del Politecnico di Milano, studio che ha rilevato anche come le priorità di investimento per l’anno iniziato vi siano voci consolidate come Business intelligence, sistemi Erp e soluzioni (applicazioni e device) mobili e come vi sia maggiore propensione alla dematerializzazione (in crescita di popolarità grazie alla spinta della fatturazione elettronica), all’outsourcing (opzione scelta nel 33% dei casi) e alla progressiva migrazione verso il modello cloud ed “as a service”.

Dall’indagine (effettuata su un campione di oltre 170 Cio) emergono inoltre almeno due tendenze non particolarmente incoraggianti. La prima: solo per l’8% delle imprese è prioritario lo sviluppo di relazioni con startup high-tech, nonostante le “new co” siano più che raddoppiate nel corso del 2014. La seconda: il 37% dei Chief Information Officer italiani ritiene il proprio budget Ict sufficiente rispetto alle esigenze di innovazione della propria azienda, percentuale che fa a pugni con la maggioranza dei Cio che invece giudica gli attuali livelli di spesa inadeguati.

Volendo aggiungerne una terza, l’introduzione in azienda di ruoli dedicati al tema “Big Data & Analytics” è solo al sesto posto nelle priorità organizzative dei Cio. Gli esempi di imprese coraggiose che riescono a cogliere la sfida della trasformazione digitale, dice per contro il rapporto, non mancano e [pullquote position=”right”]i picchi positivi si riscontrano nei settori media e telco (con una percentuale del fatturato dedicata ai budget Ict pari al 3,9%) e in quello del finance (3,5%)[/pullquote].

Dietro la lavagna dell’innovazione finiscono invece l‘industria (1,4%), servizi (2,8%), utility & energy (1,5%) e soprattutto Pubblica amministrazione e sanità (2,8%).

Per oltre la metà dei Cio interpellati dall’indagine, la principale sfida per l’innovazione organizzativa a livello di Ict, anche nel 2015, rimane in ogni caso lo sviluppo di ruoli e competenze per la gestione dell’innovazione digitale. Più defilati sono altre tematiche calde in azienda come il demand management (citata nel 36% dei casi), il mobile (35%) e l’outsourcing (33%). Analizzando la composizione all’interno della direzione Ict, inoltre, la maggioranza delle risorse è rappresentata ancora dal nucleo operativo (per oltre un terzo) mentre in crescita sono i ruoli dedicati al presidio dei clienti interni (un quinto del totale) e quelli deputati alla governance (circa il 15%).

Competenze e organizzazione a parte, lo scenario a luci e ombre degli investimenti in tecnologie del Belpaese si specchia nella crescita modesta, anzi molto modesta, del settore Ict a livello europeo. L’ultimo rapporto dell’Eito (l’European IT Observatory) non offre infatti un quadro incoraggiante ai fini del processo di ulteriore informatizzazione e digitalizzazione delle imprese, degli enti governativi e dei privati cittadini del Vecchio Continente.

La spesa tecnologica complessiva a livello Ue è aumentata a fine 2014 solo dello 0,4% rispetto all’anno precedente, oltrepassando i 640 miliardi di euro. Andamento piatto, dunque, nonostante una delle voci di domanda più in difficoltà degli ultimi anni, e cioè quella dei personal computer, abbia regalato un sorpresa in positivo. Guardando al 2015, l’Osservatorio non lascia adito a particolari slanci di ottimismo: la curva di incremento del mercato dell’informatica e delle telecomunicazioni si fermerà da previsioni allo 0,5%, per un volume di spesa di 644 miliardi di euro.

Dando infine un occhio alle macro tendenze tech, [pullquote position=”right”]il 2015 sarà costellato soprattutto da grande dinamicità in segmenti già maturi come le reti wireless e il cloud e in altri ancora agli albori come quello dei phablet [/pullquote](i telefonini intelligenti con schermo ultra large) e dell’Internet of Things.

Gli analisti della società americana, come ormai da diversi anni a questa parte, parlano di “terza piattaforma”, e cioè un universo in costante ascesa in cui convergono servizi nella nuvola, app e device mobili, connessioni, social media e Big Data. Una rivoluzione digitale ad ampio spettro che i Cio italiani non possono certo permettersi di snobbare.

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